Una cipolla minuscola per un contest.. E viceversa. Partecipare ad un contest significa che dopo l’ufficio, sfranta, io mi metto in cucina e mi rilasso un po’, io e l’ingrediente del momento, faccia a faccia.
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Ho partecipato al contest indetto da Degusticous , il festival di Termoli dedicato al couscous,e ho pensato ad un couscous alle verdure così: croccante fuori e molto morbido dentro, nel suo cuore di crema dolce di zucca e carote , sembra un dessert all’apparenza, ma è un fingerfood, un aperitivo o un primo leggero e speziato col coriandolo come quello tunisino, guarnito alla fine con dei “ coriandoli quadrati” di fiori di zucca caduti a pioggia . Disposti su mattonelle artigianali che ho comprato a Tunisi tanti anni fa, mantengono la mediterraneità anche nell’aspetto..
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Un’idea nata durante un contest di spunti detox con la mia amica www.cookingwithmarica.net per un piatto leggero e genuino, di stagione e gustosissimo, da realizzare con pochi ingredienti e poco impegno in termini di tempo e piatti da lavare.
Ingredienti :
300 gr di broccoli
30 gr di mandorle pelate tritate finissime
Sale qb
Un ciuffo di foglie di rucola
Come procedere:
Quanto ci piace decorare la tavola per le feste?possiamo mettere la tovaglia rossa, le candele al centro, gli agrifogli nel tovagliolo e sbizzarrirci persino dentro il piatto, nei contenuti intendo… avere un tocco natalizio: queste patate possono essere un contorno-guarnizione ad un secondo piatto di pesce, di carne o anche di sole verdure come mangio io, per esempio.
- Basterà tagliarle a fette sottili, ma non troppo, di 5 mm circa di spessore. Formare le stelline con una formina di metallo e sistemarle su una teglia unta, spennellare ogni stellina con dell’olio evo, aggiungere un po’ di sale e guarnirne qualcuna con dei semini di papavero o sesamo.. e infornare a forno caldo a 250 fino a cottura-doratura. ( tutti i ritagli di patate possono essere comunque cotti al forno, o bolliti e schiacciati per un purè, un pane o per preparare dei ravioli o degli gnocchi di patate)
- Questo post partecipa alla staffetta tra blogger “A NATALE CON I BLOGGER “organizzata dalla vulcanica Barbara Fanelli , e vi invito quindi ad andare a cercare il blog della mia amica Maria Rosaria che ha mille sorprese natalizie per tutti!
A natale i biscotti di zenzero si devono fare…. e se abbiamo esubero di lievito madre che si fa?.ci facciamo i crackers ! In versione ginger bread però, se poi le formine hanno la gonna stavolta: diventano ginger dolls!
La ricetta é molto semplice, ha lo scopo di:
-evitare di buttare del lievitomadre in eccesso
-sgranocchiare qualcosa di molto natalizio
– se vi vengono troppo duri o si bruciacchiano un po’ li potete sempre usare per decorare l’albero di Natale!
Ecco gli ingredienti per 6 biscottoni sottili: dosi da moltiplicare in base a quanti ne volete fare voi:
Procedimento:
Impastare insieme farine, il cruschello, l’acqua, l’olio e il sale, aggiungere il lievito a pezzetti amalgamando bene. Aggiungere poi i semini di sesamo e un pezzetto di zenzero grattugiato(grande come una nocciola)
A impasto liscio ed elastico, formiamo una palletta e lasciamo riposare per un’oretta o poco più.
Stendiamo col mattarello e otteniamo 6 dolls, decoriamo con semini e spezie per ottenere occhi, scarpette o bottoncini, aggiungiamo un pochino di sale in superficie, e se vogliamo spennelliamo anche con un pochino d’olio e inforniamo a forno caldo a 180/190 gradi . In 10 o 15 minuti sono pronti. A seconda della potenza del forno. Più cuociono veloci più resteranno croccanti. Così sono vegani e leggeri, se però volete aggiungere all’impasto 2 cucchiai di parmigiano avranno un gusto in più.buonissimi:)
Questa ricetta partecipa alla bellissima staffetta A NATALE CON I BLOGGER e vi invito ad andare a visitare il bellissimo blog https://latanadellecoidea.blogspot.it/ e il Natale continua!!!
Adoro le ghirlande natalizie..da mettere sulla porta dell’ingresso, sul caminetto o in giro per casa. Le faccio di rami, di fiori, di foglie, di fiocchi e campanelli ma stavolta vi voglio proporre una ghirlanda fatta tutta di “regali della natura”. Non ho comprato nulla oltre il gomitolo di spago che ho usato per confezionarla. Non c’é colla, nè punti metallici ne’ fil di ferro. Solo doni della natura, del mare soprattutto, raccolti per tempo, tenuti da parte e poi assemblati insieme stamattina..
Ci sono i legnetti sbiancati, raccolti in spiaggia durante le passeggiate al mare l’estate scorsa..
Le pigne del giardino della casa al mare raccolte ad agosto ..
E ci sono dei rametti di vite americana, raccolti a ottobre quando le foglie già iniziavano a diventare rosse e gialle e tapezzare il pavimento..li ho intrecciati fra loro ancora flessibili e freschi e nel frattempo si sono seccati e stabilizzati.
Il foglio di giornale poi, mi é servito per ritagliare le lettere e comporre la scritta BuonNatale su un pezzetto di legno che ho trovato a Villasimius a maggio tra gli scogli…
Eccola qua, una ghirlanda natalizia che sa di mare , da appendere a casa nostra, che abitiamo davvero a pochi metri dal mare 🙂
Con questo post partecipo al contest dell’avvento con tante altre blogger dentro il progetto A NATALE CON I BLOGGER e domani sarà il turno di http://nellessenziale.it/ un nuovo post a tema! andate a visitarlo!
La mia ricetta per il flash mob di oggi, organizzato dal Consorzio Pomodoro Pachino e Aifb http://www.aifb.it/contest/flash-mob-pachino-2017/ : Una focaccia a lievitazione naturale per aperitivo o cena.
Il protagonista é lui, il pomodoro 🍅pachino
e a fargli compagnia ci sono lievitomadre, carciofi e bottarga . Ingredienti qua sotto⬇⬇⬇
Ingredienti:
-250 gr di farina zero
-30 grammi di amido di mais
-200 gr di acqua a temperatura ambiente
-65 gr di lievito madre
-20 olio evo
-6 gr di sale
Per la farcitura : pomodori pachino, mezzo cuor di carciofo, un po’di bottarga in polvere, un pezzetto di mozzarella e infine del prezzemolo fresco se gradite.
Procedimento:
Pesare gli ingredienti e miscelare le farine , aggiungere l’acqua e impastare il tutto aiutandosi con una forchetta. Aggiungere il lievito madre spezzettandolo in piccole parti. Appena amalgamato il tutto lasciare a riposo 15 minuti. Poi aggiungere olio e sale, impastare delicatamente per qualche minuto finché si sente l’impasto liscio ed elastico. Ungere una teglia (va benissimo una teglia da 25 o 28 cm di diametro) e sistemarlo delicatamente sul fondo, facendo pressione con i polpastrelli ben unti d’olio, lentamente e delicatamente.
Lasciare così in forno spento, a lievitare per 6 ore circa. Trascorse le 6 ore la focaccia sarà raddoppiata di volume, esercitare un po’ di pressione sulla superficie unta e inserire i pomodorini tagliati a metà lasciando anche i piccioli per guarnizione su alcune metà. Tagliare a fettine sottili il cuor di carciofo e saltarlo appena( con olio e sale) in padella per poi sistemarlo accanto ai pomodorini. Fare un’emulsione di acqua e olio evo e irrorare la focaccia . Aggiungere qualche piccolo pezzetto di mozzarella e scaldare il forno a 200°.
Mettere in forno caldo la teglia coperta da un foglio di carta stagnola per i primi 15 min. Togliere la carta forno, spolverare la superficie con una pioggerella di bottarga in polvere, e cuocere per altri 15 minuti. Gli ultimi 5 minuti con il calore solo sulla parte superiore del forno.
Sfornare e condire con del prezzemolo fresco. Da mangiare tiepida é ancora meglio: il gusto dei pomodorini tiepidi é sublime !
http://www.aifb.it/contest/flash-mob-pachino-2017/
Ecco la mia seconda ricetta per il contest intitolato appunto: Un Mare di Marche .
Un contest nato per promuovere le eccellenze enogastronomiche dell’area “cratere” del sisma 2016 e un’ economia del mare sostenibile, come la piccola pesca, il pesce azzurro e le specie povere della regione Marche. In questa ricetta c’è il mare:con le sardine fresche e le vongole e ci sono i frutti della terra, di questa bella regione messa a dura prova dal sisma 2016: lenticchie, cipolla, olio, frumento e zafferano, uniti insieme in una zuppa da leccarsi i baffi.
Ecco la mia prima ricetta del contest “Un Mare di Marche” promosso da Cea Ambiente e Mare Aifb , e tanti produttori virtuosi che elenco in calce perchè menzionarli è doveroso, iniziative così ci fanno capire quante belle cose si possono fare per promuovere la pesca ecosostenibile e il ricco territorio delle marche, messo alla prova dal sisma 2016, che offre dei prodotti d’eccellenza degni di essere celebrati e riconosciuti per la loro genuinità e gusto.
Il contest prevede che un gruppo di foodblogger si occupino di proporre alcune ricette con l’utilizzo di ingredienti proprio dell’area del sisma e un tipo di specie ittica appartenente alla zona Fao 37.2.1 Mar adriatico/Mar Mediterraneo.
É un primo piatto semplice completo e nutriente.
Molto gradito qui a casa, da grandi e piccini. Ed è anche veloce, la preparazione dell’impasto è forse un po’ più lunga del resto, ma non chiede più di 60 minuti in tutto, dalla pesatura degli ingredienti all’impiattamento. Per l’impasto e la preparazione del ragù ho usato cinque ingredienti tra le eccellenze del territorio che rendono questo piatto genuino e particolare: la farina di grano tenero antico-varietà Gentil Rosso – dell’Antico Molino Santa Chiara, le patate Patasibilla a pasta gialla e una spolverata di tartufo del consorzio Tartufai dei monti della Laga che dona un profumo, un sentore gradevole e una colorazione più scura a questi gnocchi fatti a mano.
Ingredienti per 2 persone
Per la preparazione degli gnocchi:
– 60 gr di farina di Gentilrosso Antico Molino Santa Chiara
-100 gr di patate a pasta gialla “Patasibilla” dei Monti Sibillini
– 15 gr di uovo
-una bella spolverata di tartufo grattugiato , varietà Tartufo nero Scorzone invernale De L’associazione Tartufai dei Monti della laga e Angellozzi Tartuficoltura …….
Ingredienti per il ragù:
-uno sgombro fresco da 200 gr circa
– un quarto di cipolla rossa di Pedaso
-olio extravergine Monocultivar Ascolana Tenera Bio dell’azienda Cartofaro
-20 ml di vino bianco
-uno spicchio d’aglio
– un ciuffo di prezzemolo
-200 grammi di pomodori pelati o pomodorini freschi dalla polpa ricca
Prepariamo per prima cosa gli gnocchi:
In una ciotola versiamo la farina semintegrale di grano antico gentil Rosso e le patate bollite ( bollite facendo attenzione a non rendere stracotte , altrimenti non terranno compatto lo gnocco in cottura) e schiacciate con uno schiacciapapate e aggiungiamo i 15 grammi di uovo ( un uovo intero è previsto per una quantità di farina ben più consistente quindi basterà sbattere l’uovo miscelando tuorlo e albume e pesarne la quantità occorrente) , impastiamo il composto ottenuto fino ad ottenere una consistenza elestica e compatta. Otteniamo dei grissini, ovvero dei salsicciotti di pasta da un centimetro di diametro e li tagliamo in tocchetti lunghi due centimetri. ciascun tocchetto poi andrà passato nel “rigagnocchi” (che si vede nella foto lassù , dove ho appoggiato il tartufo), per donargli la classica foggia rigata da gnocco di patate. Li lasciamo riposare infarinati qb perchè non si attacchino e si asciughino qualche ora.
Ora puliamo il pesce e il battuto per il ragù che andremo a preparare.
In un padella antiaderente facciamo rosolare a bassa temperatura aglio, cipolla rossa e un pochino di prezzemolo, insieme a tre cucchiai di olio extravergine d’oliva, sfumiamo con un po’ di vino bianco, aggiungiamo la polpa dei pomodori pelati, facciamo cuocere 15 minuti a fiamma più decisa e per ultimo i filetti di sgombro tagliati a piccoli tocchetti per ottenere un ragù cremoso e saporito. Spegniamo la fiamma a cottura ultimata, la cottura del pesce è davvero veloce, e lasciamo riposare qualche minuto che sarà utile a far amalgamare il ragù e i suoi sapori, aggiungiamo un filo d’olio evo a crudo e iniziamo a far bollire l’acqua per la cottura degli gnocchi.
Appena l’acqua bolle aggiungiamo gli gnocchi ( e il sale qb) e li scoliamo appena vengono tutti bene a galla gonfietti al punto giusto. Bastano 2 minuti e mezzo quando la qualità delle patate è quella giusta. Accendiamo la fiamma della padella antiaderente col nostro ragù di pesce e mantechiamo i nostri gnocchi nella bontà del ragù preparato poco prima. Qualche minuto e sono conditi alla perfezione. Appena sul piatto li decoriamo con una pioggia di profumato prezzemolo fresco e andiamo a gustarli.
Si sa che io amo panificare col lievito madre, e questa volta mi sono voluta cimentare in una ricetta di una regione montana, la Val d’Aosta, con un pane meraviglioso, ricco di proprietà nutritive data la presenza preponderante della farina integrale di segale che lo rende e lo definisce nero ma soprattutto lo arricchisce in profumi e caratteristiche organolettiche peculiari. Un pane festeggiato come “Il pane delle alpi” alla festa de Lo Pan Ner http://www.lopanner.com/2017/ che si svolgerà il 14 e 15 Ottobre in 50 comuni della Val d’Aosta, e grazie al contest indetto per l’occasione da Aifb, Associazione Italiana Food Blogger di cui faccio parte. Dal titolo già si evince un abbinamento insolito, almeno idiomatico: e si, sto per raccontarvi come é nato questo piatto, con l’intento di valorizzare una preziosa ricetta della tradizione valdostana, quale é il pane nero, con abbinamenti di ingredienti di altre regioni italiane .
Mi sono ispirata a questa ricetta del pane Frattau perché per me personalmente il connubio pane-sugo-pecorino é una delle cose più appaganti della cucina casareccia,
e in Sardegna, terra di pane e di cibi antichi e poveri, è eseguita tradizionalmente con i ritagli delle sfoglie del pane carasau , spesso inumidito con del brodo( in genere di pecora) o acqua calda e poi farcito con ingredienti che troviamo in tutte le dispense contadine dell’isola: del sugo di pomodoro, un uovo di gallina in camicia e del pecorino sardo grattugiato.
Questo é ancora un piatto tipico molto apprezzato e riproposto in molte sagre e trattorie perché nella sua essenza racchiude una bontà e una pienezza di gusto che fa assaporare la qualità delle materie prime genuine usate nella sua preparazione, senza fronzoli o artifici. Io ne ho fatto una mia versione:
ho sostituito il pane carasau con il pan nero tagliato a fettine sottili, non ho usato brodo o acqua per inumidirlo perché è un pane fresco di giornata, soffice e fragrante e già il sugo con cui l’ho condito l’ha abbondantemente inzuppato alla perfezione.
Per prima cosa ho preparato il pane con la ricetta di base fornita da Lo Pan Ner, con cui ho sfornato due pagnotte, una delle due l’ho voluta decorare con i tagli in stile “Pintadera” ovvero, una foggia tipica dei pani antichi sardi, [ archeologi ed esperti ancora studiano gli arcaici significati legati a questa panificazione e i suoi simboli], con cui nell’epoca nuragica si usava timbrare il pane, in questo caso i tagli li ho effettuati con una lametta poco prima di infornare le pagnotte.
○ 550 gr Farina di segale integrale
○ 250 gr Farina di grano tenero tipo 0
○ 200 gr Farina di grano tenero integrale
○ 620/650 gr Acqua
○ 20 gr Sale marino
○ 300 gr Lievito madre rinfrescato da 4 ore
Preparazione:
Ho unito le farine, miscelandole con un cucchiaio, unito tutta l’acqua e lasciato a riposo per mezz’ora in ciotola coperta.
Ho ripreso l’impasto, inserito il lievito madre che avevo rinfrescato 4 ore prima, incorporandolo a piccoli pezzi. L’impasto appare corposo ed elastico, la farina di segale gli regala una texture e un profumo piacevolissimo. Dopo aver impastato a mano per dieci minuti, lascio a riposo una mezz’ora per non scaldarlo troppo tra le mani.
Riprendo l’impasto e con le mani incorporo delicatamente tutto il sale previsto in ricetta, fino a totale assorbimento.
Infarino la spianatoia e mi accingo a fare le pieghe a fazzoletto all’impasto: due serie di pieghe a tre. Una ogni 30 minuti.
Fatte le pieghe, e fatta una pirlatura veloce , sistemo l’impasto in due colapasta rivestiti con un canovaccio ben infarinato, li metto in forno spento e lascio lievitare per 6 ore.
La cottura l’ho fatta in forno ventilato, a 250 gradi per i primi 10 minuti, altri 10 minuti a 230, 10 minuti a 200 e gli ultimi 15 minuti a 180. Ogni forno e a sè e potrebbero essere sufficienti anche meno minuti di cottura in certi casi. Nei primi 10 minuti ho anche nebulizzato dell’acqua sulle pareti del forno.
La ricetta di questo frattau invece prevede gli ingredienti in foto:
○del pane nero di segale come da ricetta Lo Pan Ner
○ del formaggio pecorino sardo fresco, qb
○ un uovo per ogni porzione
○300 gr di sugo(dose per due persone) che io ho preparato con le “tamatighedde sarde” che trovo in questa varietà solo d’estate dalla signora da cui compro la frutta e verdura del suo orto.
Va benissimo un sugo preparato con dei buoni pomodori pelati.
Sarà sufficiente sistemare le fettine di pane su un piatto piano, versare sopra dell’abbondante sugo caldo mentre preparariamo l’uovo in camicia sul fornello, da adagiare appena sopra il sugo, farcire infine con una pioggia di pecorino grattugiato.Affondare la forchetta nel tuorlo sarà il tocco finale per gustare in un boccone la bontà di questo pane profumato insieme ai sapori nel piatto.
Soddisfatta di questo risultato per il gusto e la resa nell’abbinamento, che mette a confronto due realtà del passato contadino molto distanti e pur molto simili, in ricordo di quei tempi in cui nei piccoli comuni di campagna, venivano accesi i forni per sfornare pagnotte fragranti scure e nutrienti, per le farine tutt’altro che raffinate, c’era chi impastava, chi accendeva il fuoco e chi aspettava scalpitante di assaggiarne un pezzetto. Ed era una festa di genuino sapere e di genuino mangiare. Grazie ad iniziative come queste si possono salvaguardare e consolidare antichi saperi preziosi e irrinunciabili della nostra cultura alimentare e comunitaria.