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…tempo di paNATtone….

Eggià ci siamo , sono settimane , anzi mesi che siamo travolti e sconvolti e avvolti da panettoni in ogni versione , vegani, vip, griffati con tutto e senza tutto, le vetrine e gli scaffali e le immagini sul web mi bastano. Un pezzo lo assaggio a casa dei miei , alta pasticceria eh, piacere per il palato e botta calorica per la digestione già inguaiata dallo stress del ménage natalizio e dagli effetti speciali dei menù delle feste.

Ma io no che non lo faccio , il panettone è il pezzo clou del repertorio di ogni maestro che si rispetti e di una homebaker che si rispetti .. Nononnó io non ci casco : è talmente complicato e impegnativo che preferirei partecipare alla maratona di niuiorc… E per una riuscita da manuale dovrei miscelare insieme una farina che ha una cifra di doppievvù, due scatole di uova e una quantità di burro che io non compro neanche in un anno??? Eh no,gnafo’ .

io cucino semplice e mangio semplice ma solo perché il cibo vivo mi garba di più . E scussate.. Lo lascio fare a chi ci crede, e mi concedo di assaggiarne una fetta in serenità .

Compro però i pirottini che fanno festa e invento una ricetta di pane digeribile e gustoso, leggero e con ingredienti locali: il PaNATtone ai capperi, precisamente al CapperoSelargino , della comunità del cibo di SlowFood per chi ancora non lo conoscesse . E se nell’aspetto è una roba natalizia, nei contenuti è buono da gustare tutto l’anno , provatelo anche voi!

 

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